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ECONOMIA 2007
Liberalizzazioni: ai baldanzosi "saggi"
della "triplice liberista"
Totò soleva dire: “Siamo uomini o caporali?” E’ un’espressione assai
garbata. Io, con riferimento ai “signori del vero male sociale” (altro che
“regno del male” di reganiana memoria!), preferirei dire: “siamo persone
ragionevoli o buffoni da circo?” E credo di non esagerare se il marasma
liberista avanza come lava dell’Etna e travolge istituzioni e valori, storia
e futuro! E a voi – Prodi, Bersani, Padua-Schioppa, Montezemolo, Governatore
(sic) di Bankitalia, o che so io – che procedete con la sensibilità di carri
armati, pare che poco o punto importi. Voi vi ci impancate sopra,
dottoreggiate, legiferate, bacchettate, deridete, sentenziate… insomma, vi
atteggiate a “saggi baldanzosi” che tutto sanno, meno quello che
effettivamente siete, meno quello che effettivamente fate, contando sulla
“mansuetudine” dell’altra parte della giungla antropomorfa, lontani dalla
minaccia rossa e ancor più dalla Rivoluzione Francese.
Lei, sig. Montezemolo, ripete con sussiego da predicatore nel deserto, che
evadere il fisco è rubare. Ma certo, oltre un certo livello. Non lo è
certamente per un poveraccio che deve campare la famiglia con circa mille
€uro mensili: costui non ha le condizioni per farlo. Io Le dico che
accumulare ricchezza prodotta dal lavoro altrui lo è sempre. Ed è quanto fa
qualunque uomo di affari – detto imprenditore – la cui ragion d’essere è
solo quella di accumulare ricchezza parassitaria (comprando il lavoro al
minor costo possibile e rivendendone i prodotti – beni e servizi – al
maggior prezzo possibile). E’ quanto stanno facendo gli industriali, i
commercianti e i fornitori di servizi, tra i quali spiccano quelli della
benzina, della telefonia, dell’energia, delle ferrovie e delle poste. O Lei
ne conosce per caso un’altra?
Lei, sig. Padua-Schioppa, che si dice economista, ha dato, con sufficienza,
del “bamboccioni” ai giovani senza lavoro - deridendoli - costretti a
dipendere dalla famiglia d’origine per evitare di fare i barboni. Se per Lei
è “bellissimo pagare le tasse” (sic), è semplicemente perché Lei non le
paga, dato che restituire spiccioli del molto superfluo-parassitario (da
emolumenti ed interessi) non significa pagare le tasse. Le tasse le paga il
lavoratore, che si priva di parte del necessario-vitale, e ciò non è affatto
bello. Con la Sua espressione idiota, che ha offeso la povertà e
l’intelligenza, Lei ha dato la misura “antropologica” della Sua persona.
Come i Suoi pari mostra di non sapere che cosa è (dovrebbe essere) il vero
Stato, che cosa è (dovrebbe essere) la vera economia, in altre parole
d’ignorare la vera scienza sociale. Naturalmente con riferimento alla nostra
epoca segnata da uno sviluppo colossale della scienza in genere e della
tecnologia in ispecie.
Voi tutti, “signori del vero male sociale”, non sapete di teorizzare sulla
predazione animale in versione umana ovvero di fare della predonomia
rifiutando apriori i parametri veramente umani. Fingete di non sapere che
l’economia vera, in quanto suggerita dalla biologia, è una scoperta umana e
quindi una scienza risolutiva capace di dare a tutti, per il solo fatto di
essere nati, il benessere secondo equità e bisogno. E’ quanto dovrebbe
applicare uno Stato vero come un buon padre di famiglia nei riguardi di
tutti i familiari.
Avete ridotto lo Stato ad un’anagrafe demo-fiscale e ad un’agenzia di
arbitraggio degli uomini d’affari in gara a chi depreda di più.
Quell’anagrafe e quell’agenzia costituiscono lo Stato di servizio. La
sinergia dei legislatori “pro domo sua”, degli affaristi e dei banchieri
costituisce lo Stato di fatto, il potere che ha nelle proprie mani le sorti
del nostro paese e del mondo, che fa il buono e il cattivo tempo, che
organizza la guerra e gestisce la parentesi fra una guerra e l’altra, detta
pace.
L’impianto giuridico, ancora sensibile a radici tribali a dispetto di
dichiarazioni formali e cartacee, quale l’uguaglianza dei cittadini davanti
alla Legge, è adeguato. Esso non contempla il crimine di appropriazione
illimitata di ricchezza prodotta dal lavoro di terzi (ovvero di ricchezza
sociale) né quello di predazione a mezzo di locazione né quello di violenza
subliminale attraverso la pubblicità. La Legge ha un prezzo e solo chi ha i
soldi per farla funzionare vi può accedere e non sempre con successo. Il
diritto di famiglia in fatto di rapporti e privilegi finanziari è tutto da
riderci sopra (come il padre che deve sostituirsi allo Stato per i figli
minori o disoccupati).
Rallegrarsi per avere procurato i soldi per la TAV (treno ad alta velocità),
non è solo ridicolo per sé stesso, prof. Prodi, dato che la moneta dovrebbe
essere uno strumento elastico del potere pubblico, ma è un crimine impunito
quando, occupandosi dei soli interessi degli uomini d’affari, dimentica i
disoccupati e i milioni di poveri. A Voi, signori della triplice, non
importa l’aumento della povertà e meno che mai quello della criminalità
cosiddetta economica (da fame, disagio, induzione ed emulazione): fingete di
arginarla con la repressione. Sapete che i mafiosi” sono uomini d’affari,
alias degli imprenditori “paralegali”, i cui maestri sono quelli legali.
Perciò, la lotta alle mafie è un diversivo circense.
Sapete che uno Stato senza autonomia monetaria non è vero ma sapete che tale
mutilazione è la vita della piovra bancaria, pilastro dello Stato di fatto.
Sapete che dietro ogni bamboccione, alias disoccupato involontario, c’è un
crimine di Stato non contemplato dal codice penale. Sapete che la frenesia
della velocità come l’alcolismo (cause d’incidenti mortali) siete voi stessi
a suggerirli attraverso la TV. Sapete che il consumismo è un male, ma esso
serve ai buoni affari degli uomini d’affari. Sapete che il calcio non è
calcio ma spettacolarizzazione di un gioco a fini di affari ed affaroni e di
distrazione demagogica delle masse dai vostri privilegi esattamente come i
molti giochi a premi della televisione assieme al lotto e a tutte le
scommesse di Stato.
Su questa situazione Lei, sig. Bersani si diverte a scorazzare per
“liberizzare” ogni cosa, ovvero per elevare a vero culto la competitività,
versione umana dell’agonismo animale, i cui effetti sono quelli che tutti
vediamo: pochi padreterni, parecchi servi privilegiati, moltissimi cittadini
che “arrancano” (o si suicidano per indigenza) a dispetto della fiumara di
auto. E’ evidente il Suo sforzo di emulare il capo pro tempore della “più
grande dittatura liberista del mondo” (criminale per diporto), che ha posto
il veto ad una proposta di legge di tassazione sul tabacco per dare un
minimo di assistenza ai bambini dei 45 milioni di cittadini americani
abbandonati alla propria povertà (“Terzo Mondo intramoenia”!) nel timore che
si crei un precedente di assistenza pubblica! Il nostro televideo ne ha dato
notizia “compare-scompare” L’annuale legge finanziaria è il numero finale
dello spettacolo della “triplice liberista” ovvero del circo "antropozoico".
Lei, prof Prodi, ha qualcosa da eccepire?
15/10/2007